Page 8 - SabraChatila35anni
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congrega del silenzio di chi si sente incolpevole o innocente. Io penso che la memoria storica per
             un uomo, per un popolo, non sia solo un diritto, ma soprattutto un dovere e innanzitutto verso le
             nuove generazioni. La memoria come luogo inalienabile della verità storica e sociale, luogo in cui
             riconoscersi e far riconoscere giovani e non; patrimonio per poter agire in un mondo da
             trasformare, da cambiare per quanto è diventato inaccettabile anche solo eticamente e socialmente.

             I pezzi di storia come, in questo caso Sabra e Chatila, non gridano “castigo” solo per ciò che alcuni
             hanno fatto, o per come lo hanno fatto, o per come hanno ottenuto le loro vittorie. Ma anche perché
             lo hanno fatto e lo continuano a fare in nostra presenza, confidando nella loro immunità grazie
             anche al nostro silenzio, alla nostra “ disattenzione” o alla nostra smemoratezza…tipiche ormai del
             nostro “Occidente”.




















              Ecco perché alle “resistenze” e lotte quotidiane, va affiancata una battaglia culturale e
             documentata della Memoria storica, se vogliamo operare per il futuro, per la verità e la giustizia.
             Perché contrastare crimini e menzogne significa anche contribuire a rafforzare chiunque non
             accetta la propria condizione di subalterno nel nostro paese in particolar modo se giovane,
             facendogli comprendere che non è solo e che ci sono radici e patrimoni che vengono da lontano e
             che vanno lontano; e che possono essere strumenti anche e soprattutto per l’oggi e per il futuro.























            “…Ogni tanto capita a qualche comunità di scoprirsi braccata e condannata, ma
            quando se ne accorge è ormai troppo tardi per tentare una salvezza. Altre volte,
            senza accorgersene, gli capita di venire scaraventata o risucchiata nell’occhio del
            ciclone ed altre volte ancora vede la morte impietosa avvicinarsi e allora decide di
            aggrapparsi, evidentemente in modo infantile ma cosciente al tempo stesso, ad una
            speranza che non c’è. Penso che quest’ultimo sia il caso di Sabra e Chatila :
            sapevano ma non volevano credere, come l’annegato che si aggrappa ad una
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