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Il numero della vittime non è mai stato accertato esattamente. La Croce Rossa Internazionale ha
             accertato una cifra di 2750 morti, a cui vanno aggiunti i corpi nelle fosse comuni, quelli restati
             sotto le macerie e i deportati mai più tornati. E’ opinione comune degli esperti internazionali che le
             vittime siano state tra le 3000 e le 3500, il tutto in sole 40 ore tra il 16 e il 18 settembre.


             Dopo vent’anni si rompe il muro del silenzio ed un tribunale belga avvia un procedimento
             giudiziario contro Ariel Sharon, l’uomo che ha la responsabilità politica e militare di un operazione
             classificata come “genocidio” dall’assemblea dell’ONU nel dicembre 1982. Il Belgio, perché in
             quel paese vige una legge che accorda ai Tribunali di quel paese la competenza universale in
             materia di crimini di guerra, genocidi e crimini contro l’umanità, indipendentemente dai luoghi in
             cui questi sono stati perpetrati e delle nazionalità di vittime e carnefici. Una sede evidentemente
             non supina a Stati Uniti, Israele e Nato, finora immuni dal rispondere dei loro crimini contro i
             popoli e che per sottomettere la Jugoslavia renitente hanno dovuto inventarsi e fabbricarsi un
             Tribunale illegittimo ed illegale, personalizzato, come strumento dei loro interessi, quale è quello
             dell’Aja.


             Il procedimento belga si basava soprattutto intorno alla figura di Elias Hobeika, capo delle milizie
             “ Forza libanese“ che entrarono nei campi e diretto responsabile della strage…Hobeika aveva
             infatti manifestato la volontà di testimoniare in un eventuale processo contro A. Sharon e la cui
             testimonianza, in quanto diretto testimone ed esecutore di tutta la vicenda, sarebbe stata devastante
             contro il granitico muro di silenzio costruito da Israele su Sabra e Chatila per ben 20 anni…Pochi
             giorni prima però che la corte di Bruxelles decidesse se aprire o meno il processo contro
             Sharon….il 24 gennaio 2002, una autobomba fa saltare in aria l’ex signore della guerra
             falangista…e Sabra e Chatila, sono nuovamente circondati dal granitico muro di letale silenzio. Ma
             qualcosa comincia ad incepparsi, tramite testimonianze di sopravvissuti che cominciano ad
             emergere qua e là e a vincere il terrore e la paura .


             Nel frattempo un altro potenziale testimone scomodo, ex braccio destro di Hobeikas, M. Massar
             viene ucciso in Brasile, a colpi di pistola. Così come anche J. Ghanem, altro uomo di Hobeika,
             vittima di uno strano incidente stradale e poi morto dopo pochi giorni in ospedale…per un malore
             improvviso…

              “…Il responsabile dell'orrendo massacro è ancora al governo in Israele. E quasi va baldanzoso
             del massacro compiuto. E' un responsabile che dovrebbe essere bandito dalla società"…" Così
             si esprimeva l’allora presidente della Repubblica italiana, Sandro Pertini, nei confronti di uno
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