Page 9 - SabraChatila35anni
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pagliuzza. Erano lì, braccati nei loro miseri campi distrutti…erano lì a marcire
nell’umiliazione e nel fango di un mondo che ha mostrato loro solo crudeltà, ormai
ridotti ad un peso di cui liberarsi, sia per gli amici che per i nemici. Erano ormai
lontani i giorni in cui anche loro, come tutti, avevano la propria terra, la propria casa
ed il proprio Paese che ora non c’è più o è abitato da altri…
Abbi pazienza sorella…ti hanno levato il dolce peso, prima di partire abbraccia il tuo
feto, lui non lo sa e non se n’è accorto, abbraccialo un istante prima di spegnerti nel
bianco crudele e accecante che precede l’eterno buio. Lui non lo sa… soffio d’anima
in cammino, morte di spiga…Pioggia di lacrime ha disegnato il suo volto…vai dove
sei venuto o altrove, ma non qui dove c’è soltanto morte e tutti noi smarriti nel buio
in fondo della nostra strada…” ( Ali Rashid )
“…vivere o morire per noi è la stessa cosa, perché questa non si può chiamare vita. E’ come se
fossimo già morti. Diciamo che siamo in vita perché camminiamo. Ci uccidono cento volte al
giorno…Cos’è questa vita. Negli scontri c’è solo qualche metro tra i palestinesi ed i soldati, vuol
dire che non abbiamo paura. La vita e la morte sono la medesima cosa per noi. Ma ci rimane la
speranza, non dimentichiamo mai la speranza, forse per questo continuiamo a vivere…”
(Na’el 25anni)