Obiettivi e personale occidentali in Serbia
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Scritto da Zivadin Jovanovic
09 novembre 2021
È indiscutibile che gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Germania abbiano interessi geopolitici strategici nei Balcani e soprattutto nei confronti della Serbia, che, come dimostra la storia recente, sono contrari agli interessi vitali della Serbia e del popolo serbo (sovranità e integrità territoriale, diritti della RS, politica esterna e interna indipendente).
Nell'attuare la loro strategia, la cui essenza è il dominio, applicano vari metodi e mezzi, dall'adulazione e "incoraggiamento" al ricatto, alla divisione, alle sanzioni e alla forza militare. Incorporare il "popolo serbo” utilizzando personale compiacente nelle strutture governative, da un lato, e prevenire il posizionamento degli avversari, dall'altro, è parte integrante della tecnologia del dominio. L'interferenza più diretta nell’organico della struttura serba inserendone dei filo –occidentali, è avvenuta durante il colpo di stato del 2000, quando gli americani e gli ambasciatori dei “cinque” inserirono nella struttura del governo elementi filo-occidentali riempiendo alcuni dipartimenti statali; (ricordiamo i famosi incontri nel "Businessmen's Club", a Dedinje). È noto anche il “contributo” del generale Nato, consigliere del ministero della Difesa per la riforma dell'Esercito serbo. Il “contributo del generale NATO” ebbe l’effetto di far ritirare tutti i generali e gli ammiragli, che parteciparono alla difesa del paese contro l'aggressione della NATO nel 1999, così facendo assicurarono che posizioni importanti nell'esercito fossero occupate da persone che erano loro fedeli. Così, l'esercito serbo, fu rovinato, disarmato e umiliato, l'intero sistema di difesa fu distrutto e il paese fu privato dei migliori capi militari. Questa scelta, che costituì un cambio totale del personale sia civile che militare, fu sperimentato in quasi tutti i compartimenti dello stato serbo, compresi gli affari esteri, la sicurezza dello stato e l'economia. Sebbene siamo un paese militare neutrale e indipendente, i consiglieri dei paesi della NATO sono stati portati in molte istituzioni. I ministri degli esteri, apertamente filo-occidentali e filo-NATO, hanno letteralmente espulso i diplomatici più professionali, abolito il servizio di intelligence straniero (SID) e le comunicazioni criptata con il DCM, spiegando che non ci sono segreti in uno stato "democratico" (leggi - filo-occidentale)! Un tale grado di umiliazione e adulazione collaborativa non è mai stato registrato nella storia secolare dello stato serbo. WikiLeaks è piena di testimonianze sul comportamento ambiguo e falso dei nuovi quadri, ormai apertamente filoamericani, che ebbero atteggiamenti e pratiche orientate al più bieco servilismo nei confronti degli invasori Tutto era camuffato da “difesa reale della Serbia”, da "democratizzazione", "europeizzazione", "vita migliore", "prevedibilità", "politica responsabile" e altre frasi ipocrite.
È stato più volte affermato che grandi potenze, come USA, Regno Unito e Germania, non cambiano strategia e geopolitica pur se cambiano i loro governi); il loro apparente cambiamento è solo un espediente tattico e temporaneo e mutano subito quando incontrano ostacoli più seri. Potremmo dire, con qualche semplificazione, che i loro obiettivi geopolitici e strategici sono sempre gli stessi: ieri e oggi.
In una parola: "Restraint", cioè l'indebolimento del fattore serbo nei Balcani perseguendo l’obbiettivo di approfondire e consolidare le divisioni esistenti tra il popolo serbo e la Serbia come Stato ed intensificare i preparativi per una nuova frammentazione dei popoli e dei territori cercando di cambiare la coscienza del popolo serbo e portandolo ad abbandonar i valori nazionali, culturali, morali e spirituali, operando una revisione della storia a danno dei serbi ed in più di ottenere una revisione o, possibilmente, una abrogazione della risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza dell'ONU e dell'accordo di Dayton-Parigi, con conseguente riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo e Metohija e creazione di una BiH unitaria abolendo i diritti acquisiti del popolo serbo e attuando il predominio del fattore musulmano. Il progetto è poi quello di cacciare Russia e Cina dalla Serbia e dai Balcani e portare la Serbia ad aderire alla NATO.
Gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Germania, con la loro pratica decennale, dimostrano di non accettare la Serbia come Paese europeo sovrano, indipendente ed egualitario. Resta inteso che negheranno pubblicamente tali valutazioni, e metteranno in risalto le amichevoli intenzioni, i "valori comuni", le potenzialità della Serbia, il valore delle donazioni e degli investimenti, il volume degli scambi commerciali e molto altro. Tuttavia, in pratica, per loro, la Serbia è un paese a sovranità limitata, senza confini riconosciuti, in cui è diventata membro dell'ONU, dell'OSCE e di altre organizzazioni internazionali. A loro avviso, alla Serbia non deve essere consentito di perseguire una politica estera indipendente e un partenariato strategico con Russia e Cina. Invece di scusarsi per l'aggressione illegale nel 1999 per le vittime umane e per compensare i danni di guerra, quei paesi stanno facendo pressioni sulla Serbia perché riconosca che, è solo sua la responsabilità per tutto ciò che è successo!
Per imporre questa geopolitica del dominio e perseguire, i loro interessi e i loro obiettivi, cercheranno, in futuro e in vari modi, esecutori e personale per inserirlo in tutte le importanti istituzioni e domini nella gestione dello stato serbo. Non credo che le liste dei quadri idonei a ciò, siano poco numerosa, in quanto i responsabili a questo scopo delle nazioni occidentali, hanno una ricca esperienza e un elaborato sistema di preparazione, selezione e schieramento di vassalli capaci.
Con la politica del "ritorno nei Balcani" e dell'"espansione verso est", "il personale" in Serbia sta senza dubbio diventando una grande sfida per i servizi occidentali. Il problema nasce dal fatto che l'attuale livello di interferenza è stato difficile da sopportare e che è stato esposto in modo significativo in pubblico. Ricordiamo la vicenda "con elementi di estraneità", poi, le dichiarazioni pubbliche di rappresentanti del governo che ci sono agenti stranieri nel governo, che funzionari di alcuni servizi hanno fatto cose inammissibili "in collusione con servizi occidentali" e simili.
Un altro problema è che le potenze occidentali non accettano nuove realtà nel fissare i propri obiettivi, sfere di influenza, mezzi e modi per raggiungerli. Riguardano, in primo luogo, i mutati equilibri di potere sulla scena mondiale ed europea con la comparsa di nuovi, inevitabili fattori globali, e poi, almeno in parte, il mutato programma della politica estera e degli interessi economici esteri della Serbia oggi; considerando il fatto che esiste una tendenza, in alcuni quadri dirigenti serbi a schierarsi, quasi completamente, con gli interessi e la strategia dell'Occidente (NATO, UE). La Serbia vuole certamente buone e migliori relazioni con l'Occidente, ma non a costo di indebolire il partenariato strategico con Russia, Cina, India o con altri paesi di crescente potenza. Il potenziale di ricatto su cui l'Occidente ha fatto affidamento a lungo nella sua politica nei confronti della Serbia e del popolo serbo non è oggi lo stesso di 20 anni fa. Anzi, il tempo e le relazioni odierne indicherebbero piuttosto che l'Occidente riconosce più apertamente le proprie carenze e gravi errori in relazione alla Serbia e al popolo serbo, piuttosto che rilanciare metodi anacronistici della Guerra Fredda e dell'ordine unipolare. Accettare la Serbia e il popolo serbo come un partner importante e indipendente nei Balcani, riconoscerne gli interessi vitali e, soprattutto, la sovranità e l'integrità territoriale, correggere gli errori del passato, è l'unico modo giusto per stabilire una fiducia reciproca e una cooperazione globale.
Le forze e i servizi stranieri possono ancora provare a "incorporare" i "loro favoriti" nelle strutture delle istituzioni serbe in conformità con i loro obiettivi e interessi, anche se ciò sarà sempre più difficile. Tuttavia, ancora più importante è la questione di quale sarà la politica del personale serbo. Deve essere guidato da conoscenze e competenze e non da lealtà di partito o personali. Le barriere più efficaci contro l'interferenza e l'influenza straniera sono: in primo luogo, una strategia coerente di indipendenza, sovranità, integrità territoriale e processo decisionale autonomo; secondo, risolvere le questioni aperte attraverso il dialogo, pacificamente, sulla base del diritto internazionale, degli accordi validi e delle decisioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU; terzo, buon vicinato e apertura alla cooperazione con tutti i paesi e integrazioni sulla base dell'uguaglianza e degli interessi reciproci; e, quarto, la selezione dei più capaci, il personale più professionale e fedele alla Serbia per raggiungere gli obiettivi dichiarati. Per ora la tendenza attuale è ancora quella di eleggere individui in posizioni di responsabilità nello Stato legati a interessi vari e lobby, ciò è estraneo, controproducente e incompatibile con il principio di indipendenza. Dobbiamo lavorare affinché il personale abbia competenza, professionalità e sicurezza.
Belgrado, 8 novembre 2021
da Politika
Traduzione a cura del Forum Belgrado Italia/CIVG
Source: www.civg.it
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Overstatement from Davos 2017. |
Liberal corporative capitalism, for reasons of lowering traveling costs, proposed not to travel to history alone but packed togather with NATO, EU and unipollar World Order. Workers participation has good chances to step in provisionally, buying time for full scale workers selfmanagment. |